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Un tal digiuno di pensieri
mi cullava il capo, caro a me;
il rimboccar di lenzuola ardeva tenue,
all’alba degli occhi miei.
Cogliesti piume e pagine,
allo sferzar del vento,
distese d'oro a me amate un tempo così come oggi, vacillarono e congiunti i miei occhi
Lettere distratte, occhi vanitosi i suoi.
primavera, lacera quel che d'edera è rimasto in cima al camin mio,
ch'io illustro a mente capace
un rifugio onde appare
un limpido ciel mirabile puramente con mano in viso.
giovane rugiade, illuse,
e mai versate,
parlano al unisono, senza capirsi mai
Esse furono mie, un tempo
che raccolse oggi giorno
lettere d’amore.
scolaro d'una foglia mai caduta